Tramonti, quanti perchè

10-06-12

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TRAMONTI , quanti perché…

 

"Tramonti" è la denominazione di quella stretta fascia di terra, a picco sul mare, delimitata ad Ovest dalla Punta Merlino e ad Est dalla Punta del Persico; non più di tre chilometri quadrati di territorio, stretto tra i comuni di Portovenere e Riomaggiore, amministrativamente compreso nel comune della Spezia e costituito dalle località di Fossola, Monesteroli, Schiara, Persico. Il paese di Campiglia è geograficamente inserito in quest’area rappresentandone il nucleo abitativo più numeroso. Da innumerevoli anni, si dice da oltre 30 generazioni, la vita dei Campigliesi si è strettamente intrecciata con la terra, da essa, la stragrande maggioranza di loro, ha tratto vita e sostentamento: agli albori del ‘900, intorno agli anni ’20, a seguito di molti fatti nuovi e vicissitudini, che andremo a descrivere ed analizzare in altre pagine, si sono create le condizioni per una parziale diversificazione del tipo di vita e di attività dei Campigliesi. E’ infatti scritto nella realtà delle cose che i nostri progenitori abbiano , prima bonificato e reso utilizzabile per le coltivazioni, (soprattutto della vite) un territorio che viene denominato Tramonti, area primaria e vitalmente produttiva, per la qualità dei vini, (molto più preziosa di quelle a più alta quota intorno all’abitato), lasciando alle generazioni che subentravano, ben istruite ed allevate sul "campo", il quasi obbligo di continuare l’opera intrapresa. La comunità stessa dei Campigliesi ha scritto, con la sua opera, nel territorio di Tramonti, pagine di duro lavoro, di sudore, di sacrifici oggi inimmaginabili. L’itinerario che ci siamo preposti di offrirVi, in grande parte è proprio situato in quest’area; in effetti Tramonti è la denominazione di quel particolare territorio costiero compreso tra Portovenere e Riomaggiore. Dalla zona dell'Albana, (più semplicemente identificabile dal mare, come le "Rocce Rosse" per il loro colore inconfondibile), fino a Fossola, questo territorio a picco sul mare, di per sé ostile, asciutto, franoso è stato trasformato nei secoli dal lavoro imponente e continuo di uomini che hanno modificato e plasmato questa terra, al fine di realizzare terreno coltivabile. E' nel corso dei tempo, a partire dal XIII Secolo, infatti che migliaia di metri cubi di muretti a secco, costruiti con massi di arenaria sono stati sapientemente sovrapposti, è un'arte, curati e mantenuti per costruire una rete di barriere artificiali, alti anche 4-6 metri, che bloccasse il naturale movimento franoso del terreno, verso il mare, ma permettessero nel contempo, un buon drenaggio delle acque piovane. Un territorio, naturalmente franoso e occupato dalla macchia mediterranea, il leccio è qui il signore incontrastato, è stato dunque piegato dalla volontà dell'uomo affinché fosse possibile renderlo fertile e coltivabile a vite ed olivo. Un territorio, artificialmente costruito, ove il naturale svolgersi della natura è stato deviato dalla spontanea tendenza a divenire bosco, ma dove la natura ancora vive, in forme volute dall'uomo, ed è stata utilizzata, per secoli, per dare sostentamento ad un'intera comunità. Da sempre infatti questa fascia di terreno costiero è appartenuta ed è stata coltivata in larga parte dagli abitanti di Biassa e di Campiglia, che pur non risiedendo su questo lembo di terra, traevano da essa il loro reddito. Questa lontananza tra il luogo di residenza ed il luogo di produzione agricola  (Campiglia aveva come caratteristica positiva la relativa vicinanza con i terreni da coltivare ove, per contro, Biassa era penalizzata dalla maggiore distanza, trovandosi dal versante opposto rispetto a Tramonti) ha costretto gli abitanti di questi paesi a percorrere lunghi e faticosi sentieri, per poter provvedere al proprio vivere, ma ha permesso, nel contempo che quest'area non essendo utilizzata a scopo abitativo, data l’estrema acclività, l’instabilità geologica, le notevoli difficoltà nella costruzione di strade di comunicazione, non venisse invasa da costruzioni o subisse modificazioni territoriali che l'avrebbero saccheggiata, permettendole di giungere nelle attuali condizioni, fino alla nostra epoca. Le uniche costruzioni presenti, infatti ancor oggi sulla fascia di Tramonti sono le cantine e le case rurali. Le cantine costruite in pietra arenaria e non più grandi di 50 metri quadrati, sono in genere, sviluppate su due piani che bene tendono ad adattarsi all'andamento del terreno, ambientandosi perfettamente in questa realtà fatta di muretti a secco, piccole scale in pietra incastonate ad arte nei muri, vigne. Le cantine venivano utilizzate, anche a scopo abitativo ma solo per brevi periodi e soprattutto durante la vendemmia (Schiara, Persico, Navone ne sono un esempio). In genere il piano terra, naturalmente il luogo più fresco, viene utilizzato per la vinificazione e per tenere attrezzi e materiali per la campagna: il primo piano invece è destinato a scopo di cucina e ad ospitare le persone. Seppur brevi queste note su Tramonti possono, forse, evidenziare la particolarità di questi luoghi, apprezzabili non solo per la bellezza naturale, ma soprattutto per quel particolare ambiente che si è creato in anni ed anni di rapporto tra uomo e territorio. Tramonti non è solo un luogo fisico, naturale e bellissimo ma è anzitutto un intreccio di valori storici, culturali e umani inestricabili non più analizzabili separatamente. I muretti a secco, le cantine, le pose, le scale, la coltivazione della vite sono gli elementi visibili e concreti del lavoro che l'uomo ha compiuto nei secoli, ma principalmente sottintendono ed evidenziano un atteggiamento, una volontà, un radicamento, un amore verso la terra che difficilmente può trovare eguali. Ma questo spazio di terra, che sopravvive grazie al facile equilibrio stabilitosi fra uomo ed ambiente naturale, per poter continuare a resistere negli anni, per poter essere consegnato alle generazioni future così come noi lo abbiamo ricevuto, ha bisogno di continuare ad essere coltivato. I terrazzamenti vanno curati e ricostruiti: ogni muro a secco crollato e non ricostruito rappresenta un pezzo di terra destinato a diventare terreno franoso, una "lama" , e quindi precipitare a mare, così come ogni metro di terreno incolto, "zerbio", diviene facile territorio di conquista per la macchia mediterranea. Il lavoro e la fatica di secoli possono, dunque, essere vanificati, distrutti in un breve spazio di tempo. Tramonti ha bisogno dell'intervento umano - lasciato al suo naturale sviluppo questo territorio ritornerebbe ad essere un bel bosco, ma sicuramente sarebbe cancellato dalla faccia della terra quel meraviglioso e unico luogo fortemente voluto e strenuamente difeso dai nostri antenati. Il lavoro degli uomini che su questa terra faticano, impegnandosi in una lotta senza tregua, estenuante, difficile da immaginare per chi non vi si è mai cimentato, per mantenere questo territorio, va dunque rispettato ma innanzitutto valorizzato cercando di creare le condizioni affinché queste terre non siano abbandonate e perché non vada dispersa quella particolare identità storico culturale nata e sviluppatasi su questi luoghi. Il modificarsi della realtà socio-economica, degli stili di vita, l'evolversi della cultura e dei modi di concepire il proprio ruolo ed il rapporto con gli altri ha infatti inevitabilmente introdotto degli elementi nuovi nel rapporto tra uomo e territorio anche nella zona di Tramonti. Sempre meno sono le persone che coltivano la terra, (le ragioni, per quanto possibile, le ricercheremo e le analizzeremo con la collaborazione di tutti, nel sito), sempre meno sono le persone che ricostruiscono i muretti e che impediscono alla macchia mediterranea di avanzare, tutti gli altri idealmente assistono e partecipano alla sconfitta, in una impari sfida lanciata secoli fa dai nostri progenitori. Di fronte a questo stato di cose le persone che hanno deciso di continuare a coltivare la terra o comunque di mantenere un rapporto con questo territorio hanno introdotto modificazioni, nuovi e più razionali modi, per quanto possibile, di coltivazione della vite e raccolta dell'uva, in questo aiutati anche da una più moderna tecnologia, nuovi modi di stare e vivere a Tramonti, anche qui facilitati da più adatte e funzionali infrastrutture, magari solo nel periodo delle vacanze, magari trasformando la cantina in una rustica abitazione, ma soprattutto hanno espresso con questa scelta la loro volontà di continuare a mantenere e a rendere vivo non solo un luogo, ma un pezzo di storia e di cultura della nostra amata terra. Anche per questo motivo è importante creare momenti e situazioni che sottolineino e valorizzino appieno la storia e lo sviluppo di questi luoghi, agevolando ed incentivando chi ancora e' animato da volontà tese a non far morire definitivamente i luoghi.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 28-12-06