Anno 2003

10-06-12

Home
Su
Anno 2012
Anno 2011
Anno 2010
Anno 2009
Anno 2008
Anno 2007
Anno 2006
Anno 2005
Anno 2004
Anno 2003
Anno 2002
Anno 2001
Anno 2000
Prima del 2000

 

 

Sotto l’albero regali da gourmet, e  i cesti «doc» fanno boom

 

 


SARZANA — Sarà che i portafogli delle famiglie sono sempre più scarni e mangiare non è un «optional». Sarà che il valore e la qualità della dispensa di casa sono diventati nuovo simbolo di ricchezza. Sarà che i due fenomeni portano nella stessa direzione il dono natalizio. Così il Natale 2003 sta riempiendo i cesti di regali da gustare. E per la ricerca di prodotti enogastronomici genuini, di qualità, speciali o addirittura introvabili, i negozi del centro storico sarzanese sono una tappa obbligata. Curiosando nelle «botteghe» del borgo occhi e palato impazziscono mentre il prosciutto «Patanegra» sparisce dai banchi a botte di 130 -160 euro al chilo. Da Sarzana non parte più solo la tradizionale spongata, dono già adottato dai romani. L’antica pasticceria Gemmi per festeggiare i suoi 60 anni di attività, ha «inventato» la gemma attraverso una ricerca di vecchie ricette. E il nuovo dolce, al delicato gusto di cannella, è finito nelle case di molti turisti come la spongata. In via Cicala la «Bottega di Ferrarini» ha riempito cesti di mostarde selezionate, marmellate particolari, caviale, foie-gras, bustine di introvabile Zafferano di Campiglia. Ha smerciato preziosissimo caviale iraniano, il tonno rosso di cui vanno pazzi di giapponesi e tartufo fresco preso direttamente dai cercatori, ma anche formaggi introvabili e i vini più adatti per gustarli. Le «Officine di Luni» in via Landinelli hanno puntato sulla produzione locale, come il punto vendita aperto dalla Coop Fratellanza Agricola in piazza Matteotti. Nelle «Officine» tutto, dall’enogastronomia all’oggettistica, è prodotto nel territorio della Lunigiana storica. Il lardo di Colonnata è il più gettonato per i cesti natalizi con le acciughe di Monterosso e i bianchetti, ma non mancano pasta, olio, formaggi della Val di Vara, confetture, sughi, miele. Qui hanno ripescato dalla tradizione lunigianese i «Pipin», portafortuna in ceramica che venivano portati in chiesa alla nascita di un bambino. L’enogastronomia tipica spazia nella cosmetica alla rivendita della Fratellanza Agricola che propone anche i saponi all’olio di oliva di un’azienda della val di Magra. Dalla «Valeria» di Paracucchi in via Mazzini la scelta di prodotti artigianali e ricercati è ormai consolidata. Nell’enogastronomia «De Sarzano Le due Lune» Michele Grassi accompagna i clienti nel suo scrupoloso viaggio alla ricerca di prodotti genuini. Ha cancellato dalla lista dei fornitori quelli su cui ha il minimo dubbio che utilizzino prodotti transgenici. Vini e liquori li conosce tutti e ha selezionato i più «veri». «La filiera — dice — inizia dalla mente e dal cuore del commerciante». E la Sarzana gastronomica finisce sotto l’albero.

 

DEBUTTA LO ZAFFERANO "doc"

Un chilo di spezie è il raccolto del 2003, destinato a crescere

Mercatino oggi nella canonica, con le specialità gastronomiche e la marmellata di fichi d’India

Articolo de " Il Secolo XIX "del 23 Novembre 2003, a firma di Cristina Bertucci

Prima uscita pubblica per lo zafferano di Campiglia targato 2003. Oggi nel piccolo borgo del Parco nazionale delle Cinque Terre, si celebra infatti la "Giornata dello zafferano": in canonicaè stato allestito un ricco mercatino, aperto dalle 10 alle 18, dove si possono acquistare bustine di zafferano da 0,1 grammi e assaggiare prodotti preparati con la gustosa spezie. In vetrina anche una collezione di bambole confezionate a mano da un’artigiana di Riomaggiore, Stefania Gasparini, che le ha vestite e acconciate come le contadine campigliesi di fine Ottocento. " Con questa iniziativa – spiega l’ingegner Pier Paolo Bracco della "Associazione Campiglia" che quattro anni fa, in via sperimentale, ha avviato la coltivazione dello zafferano nello Spezzino – lanciamo ufficialmente il raccolto di quest’anno, terminato appena dieci giorni fa. Come è andata? Magnificamente: abbiamo raccolto oltre centomila fiori che, dopo l’essiccazione al sole, hanno prodotto quasi un chilo di zafferano purissimo, rispetto ai circa sei etti della scorsa stagione. La siccità dell’estate scorsa non ha influito su qualità e quantità perché le piantine hanno bisogno di pochissima umidità". La produzione, ad oggi, interessa quindici terrazze a picco sul mare. Ma l’ampliamento è dietro l’angolo: il Parco infatti, intenzionato ad annoverare lo zafferano tra i suoi prodotti tipici, ha appena terminato di piantare in un campo di 2000 metri quadrati quattro quintali di bulbi. Dal prossimo anno, quindi i coltivatori della riviera interessati al nuovo business potranno acquistare direttamente le piantine in loco senza importarle dalle uniche regioni italiane produttrici di zafferano: Toscana, Abruzzi, Sardegna. " Durante il mercatino – riprende Bracco – presenteremo anche il "ricettario campigliese" e un libretto sugli "Sturlese" e i "Canese" sparsi nel mondo: sono i cognomi tipici locali e due studiosi, Piero Lorenzelli ed Enrico Canese, li hanno rintracciati tutti". Infine una prelibatezza: in mostra anche la marmellata di fichi d’India di Campiglia. " Un frutto – conclude Bracco – che stiamo coltivando in via sperimentale". La prossima vetrina dei prodotti di Campiglia sarà la fiera "Agroalimentare", in piazza Europa dal 29 Novembre.

 

 

 

 

LO   ZAFFERANO   FRA   LE   BAMBOLE 

Articolo su La Nazione del 20 Novembre 2003, a cura di Luciano Bonati. 

Per due giorni, sabato e domenica prossimi, dalle 10 alle 18, l’Associazione Campiglia metterà in mostra i prodotti tipici del proprio territorio dentro il perimetro del Parco nazionale delle Cinque Terre e gli associati potranno acquistarli. E’ una sorta di prova generale nell’imminenza della Campionaria, cui anche quest’anno la frazione collinare della Spezia parteciperà con le confezioni di zafferano e di  marmellata di fichi d’India. La “campionaria fatta in casa” si terrà nei locali della canonica e costituirà l’occasione non soltanto per fare il bilancio del raccolto 2003, ma anche per discutere dei problemi di Campiglia e del suo futuro: i trenini a cremagliera, la sistemazione dei principali sentieri, l’acquisto di nuove barbatelle,ecc. Lo zafferano, infatti, non soppianta la vigna a Tramonti, bensì va ad occupare le fasce da tempo abbandonate, dove il contadino non ha più la forza, né la voglia di piantare le viti. Più conveniente solcare i bulbi di zafferano a settembre e già due mesi dopo coglierne i remuneratissimi fiori. Significativa, a tale riguardo, l’iniziativa intrapresa dal Parco Cinque Terre, che in territorio campigliese, tra via Bonassa e Cerri, ha messo lo zafferano e due settimane fa è pervenuto al suo primo raccolto. Nella fiera paesana di fine settimana in Canonica, accanto alle confezioni di zafferano e di marmellata saranno presentati un ricettario campigliese ed un originale libretto sugli Sturlese ed i Canese sparsi nel mondo (i due cognomi predominanti a Campiglia sono stati oggetto di una ricerca condotta da Piero Lorenzelli ed Enrico Canese). C’è inoltre viva attesa per ammirare una serie di bambole straordinarie che verranno esposte. Sono state costruite da un’abile artigiana di Riomaggiore, Stefania Gasparini, che le ha vestite con l’abito da lavoro e con quello della festa (rinomati quelli di Biassa) indossati dalle contadine di Campiglia nell’800. Infine, sarà dato annuncio dell’imminente uscita di un libro su Tramonti di Campiglia scritto da più mani, come fece la gente di Pignone otto anni fa col  proposito di “ripartire dalla propria storia”.

FRANE  A  TRAMONTI  E  FOSSOLA

 

Articolo del 29 Luglio 2003 sul giornale La Nazione

Saranno avviati i lavori di risanamento idrogeologico nella zona di Tramonti interessata da consistenti fenomeni franosi. A Fossola inizieranno i lavori del terzo lotto (413 mila euro) per il rifacimento di muri a secco, la realizzazione di nuove scale in pietra, il consolidamento con opere speciali a valle dell’abitato di Fossola per ripristinare i terrazzamenti e mettere in sicurezza gli edifici, la realizzazione di opere di regimazione idraulica indispensabili per evitare fenomeni di ruscellamento che contribuirebbero a creare nuove situazioni di pericolo.  Sempre nell’area di Tramonti inizieranno i lavori di un muro di contenimento del movimento franoso e di ripristino della viabilità in località Persico (154 mila euro). Gli interventi si erano resi necessari a seguito della straordinaria ondata di maltempo che colpì la zona nell’autunno 2000 provocando una frana che coinvolse il tratto terminale della scalinata comunale che da Campiglia arriva al mare. Questi gli interventi: realizzazione di un muro di sostegno al piede del versante in frana, ricostruzione in pietra locale del tratto franato della scalinata e opere di consolidamento del versante con la costruzione di muri in pietra, regimazione delle acque piovane e nuove piante.

 

 

AUGURI,   MARIA!

 

LA  LAMPARA   COMPIE  40  ANNI  ED  OFFRE  UN  SIMPATICO RINFRESCO  A  TUTTI

Articolo su La Nazione del 10/6/03, a cura di Luciano Bonati. 

CAMPIGLIA — «Compiamo 40 anni e desideriamo offrire a tutti un rinfresco: venite alla nostra festa».
L'insolito invito giunge da Campiglia, dove il festeggiato è il ristorante "La Lampara", che il 12 giugno 1963 soppiantò un modesta osteria a menù obbligato: pane e acciughe salate accoppiate al vino bianco secco di Tramonti.
Sulla via per Tramonti sorge appunto "La Lampara", fondata da Maria Sturlese, che continua a gestirla assieme al figlio Marco Cerliani ed in prima persona sovrintende alla componente più delicata dell'esercizio, cioè la preparazione dei piatti.
Al riguardo, nel rispetto della tradizione contadina, la valorizzazione di certe ricette si perpetua, in ciò rappresentando una rivisitazione della condizione sociale, di tempi in cui a tavola sedeva la miseria.  Eppure oggi quelle ricette da poveri vanno per la maggiore.
Nel menù attuale, comunque, sul trono siede il pesce, cucinato in vari modi e che felicemente si sposa con i vini locali. Sono peraltro vini che si fregiano della Doc Cinque Terre, poiché la specifica perimetrazione ingloba l'area di Tramonti.. Non solo: il territorio è pure compreso nel Parco nazionale delle Cinque Terre, quasi anticipato dai giornali che nel 1963, in cronaca spezzina, riportando l'inaugurazione della "Lampara" scrissero: «E' un evento destinato a dare impulso al turismo nel Golfo della Spezia e nelle Cinque Terre».
Un evento che non mancherà di essere celebrato, nel pubblico banchetto alle 16,30 di giovedì 12, con il re dei vini, lo sciacchetrà, bianco e nero.


 

UN  GRANDE  SUCCESSO  PER  LO  ZAFFERANO  DELLE  CINQUE TERRE

 

Oggi comincia la raccolta dei nuovi fiori

La Spezia.  Il Parco nazionale delle Cinque Terre diventa "imprenditore" dello zafferano. La coltivazione della più preziosa delle spezie, avviata quattro anni fa in via sperimentale a Campiglia su intuizione dell'omonima associazione, s'è rivelata un successo. Fiutato il business, il Parco ha deciso di lanciarne una propria linea: ha appena terminato di piantare quattro quintali di bulbi in un campo di duemila metri quadrati. Una volta maturi li venderà ai coltivatori della riviera che potranno piantarli nei propri terreni, per poi mettere sul mercato le bustine di zafferano griffate "Cinque Terre".
La produzione, per ora, interessa quindici terrazze a picco sul mare e oggi inizierà la raccolta dei centomila fiori sbocciati quest'anno. Ottime le previsioni sul fronte qualità e quantità. «La siccità non ha affatto danneggiato le piantine, bisognose di pochissima umidità — anticipa l’agronomo Luca Lobosco, presidente dell’ordine regionale e provinciale degli agronomi e tecnico dell’Associazione Campiglia che opera in stretta sinergia con l’ente Parco
— Ci aspettiamo quindi una produzione strepitosa, pari almeno a quella dello scorso anno che fu di circa sei etti di zafferano purissimo: una quantità importante che conferma l’ottima predisposizione di terra e clima a questo tipo di coltura che, tra l’altro, non richiede interventi impegnativi da parte degli agricoltori ». Dopo la raccolta, che terminerà a metà novembre, i pistilli verranno essiccati al sole e già a dicembre le bustine contenenti l’oro di Campiglia saranno in vendita a dieci-venti euro il grammo (una bustina da 0.10 grammi insaporisce un risotto per quattro persone; ndr). «Il Parco — conclude Lobosco — è intenzionato ad annoverare lo zafferano tra i suoi prodotti tipici e la creazione del campo per la produzione casalinga dei bulbi ci eviterà di importarli dalle uniche regioni italiane in cui si coltiva la costosa erba aromatica ossia l’Abruzzo, la Sardegna e la Toscana». Una curiosità: gli antichi greci erano convinti che lo zafferano rinvigorisse gli appetiti sessuali. Chissà... (Il Secolo XIX)

DAL   MINISTERO   ALLA    VIGNA

Canesi, braccio destro di Ronchi, investe risparmi nel recupero dei campi.

Articolo del giornale "La Nazione" del 27 Aprile 2003, a firma di Luciano Bonati.

Il ministro ha firmato il decreto d’istituzione del Parco, però il suo "braccio destro" lo ha superato: credendo a sua volta fermamente nella salvaguardia e nell’ordinata crescita della pregiata area Cinque Terre, ha infatti imbracciato la zappa affrontando in prima persona la lotta al degrado ambientale attraverso la restituzione della vigna laddove essa è soppiantata dalla macchia. Così Riccardo Canesi, già capo della segreteria di Ronchi, si ritrova contadino pendolare tra Roma e Riomaggiore, consumando il tempo libero ed investendo i propri risparmi sulle alture fra Lemmen e Cericò, due dei quattro villaggi agropastorali che verso il 1200 fecero crescere la Riomaggiore della marina. Il "politico" Canesi, dunque, non è rimasto ai comizi, ma ha sottoscritto il gravoso impegno di ridare efficienza, garantendola per vent’anni ad un vigneto di 3500 metri quadri e di garantire nel contempo la manutenzione ad un’accorpata lecceta di 6500 metri d’estensione. Il frutto del lavoro già compiuto, con l’aiuto di operai di Riomaggiore, è evidente: le fasce abbandonate sono tornate in buona parte a nuova vita, con muretti a secco ricostruiti e messa a dimora di 3000 barbatelle di albarola, bosco e vermentino, i vitigni che concorrono alla produzione del Doc "Cinque Terre" e del "Cinque Terre Sciacchetrà". Ha ripreso inoltre la funzione residenziale, seppure part-time, il rustico al centro dell’accorpamento, un nido d’aquila che spazia dal Tino al Mesco e che accoglie gli ospiti con alcuni versetti, incisi nell’arenaria all’ingresso, di una celebre ballata di Joan Manuel Serrat, il più grande cantautore della Catalogna: " …Son cantante, son bugiardo / amo il gioco ed il buon vino / sono un uomo nato al mare. / Che ci posso fare se / son nato in Mediterraneo?..."  E’ contento di faticare e sudare sul monte di Cericò il contadino "ministeriale" Canesi? Egli confessa di sentirsi doppiamente appagato nell’animo, avendo scoperto di avere salde radici su queste rupi. Il bisnonno di suo nonno veniva da Campiglia (la porta dell’attuale Parco delle Cinque Terre), dove nacque nel 1788 e dove riposa in tomba eterna, fatta di marmo di Carrara. Perché come tanti Canese e Sturlese di Campiglia aveva dovuto lasciare il paese per trovare lavoro come scalpellino. Chi nelle arenarie della Provenza, chi nelle cave di Carrara, come lui.

 

Frutta,via ai fichi d’India  

Dopo lo zafferano, adesso sulle terrazze sopra Tramonti si punta a lanciare una nuova produzione.
Lo zafferano è decollato, ora in rampa di lancio c’è il Fico d’India. L’Associazione Campiglia, fra le cui finalità statutarie figura il recupero di terre incolte anche attraverso colture diverse dalla vite e dall’ ulivo, dopo il successo ottenuto con lo zafferano punta sui fichi d’India. Piantagioni spontanee prosperano tra le rovine di fasce terrazzate sul mare di Tramonti e fruttificano in abbondanza pur non ricevendo cure. Ora si prova a mettere ordine al territorio avviando un progetto capace di produrre reddito. Lunedì 15 marzo sarà illustrato il piano di recupero di una serie di terrazzamenti fra il Persico e Navone, dove alcuni proprietari provvederanno di persona alla coltivazione dei campi ed alla raccolta dei frutti. Questi saranno commercializzati freschi, oppure trattenuti per farne marmellata. Al riguardo, l’Associazione Campiglia si propone di reperire in paese il locale dove installare un adeguato laboratorio. Nell’anno in corso si dovrebbe raggiungere una produzione di circa 10 quintali. C’è già un produttore in proprio e la sua esperienza unita ai risultati (3 quintali di frutti all’anno) funge da catalizzatore in questa operazione di valenza economica ed ambientale: oltre un guadagno immediato, si consegue infatti la difesa del territorio dalle frane. (Luciano Bonati)

 

 

 

 

Sciacchetrà e Cinque Terre

 

Il vino è un fattore economico notevole che influisce anche sull’assetto sociale di una parte della costa spezzina. La produzione del vino ha salvaguardato l’ambiente. I vigneti sono stati curati da chi vive e opera su quella poca e scoscesa terra. La cura delle fasce e dei muretti a secco ha dato come risultato un ottimo e ricercato prodotto, ma hanno anche salvaguardato l’ambiente che, in mancanza del costante intervento dell’uomo, sarebbe franato inesorabilmente al mare. Tutti i comuni delle Cinque Terre - comprese Manarola e Corniglia frazioni rispettivamente dei comuni di Riomaggiore e Vernazza - nonché parte del confinante territorio della Spezia, denominato Tramonti di Biassa e Tramonti di Campiglia, producono un ottimo vino denominato appunto  "Cinque Terre".
Le uve impiegate sono Bosco, Albarola e Vermentino; la gradazione si aggira sui 12 gradi; colore giallo tendente al paglierino, odore con sentore di erbe con lievissimo piacevole salmastro; sapore secco, morbido, delicato; tempo ideale per il consumo 6-12 mesi dalla vendemmia. Un altro vino tipico è lo Sciacchetrà o Rinforzato. Si realizza con le stesse uve del precedente che vengono scelte con cura e lasciate appassire al sole per circa un mese, poi separate dai raspi, schiacciate subito spremute. Il risultato è un vino ambrato, gradevole, vellutato, con un retrogusto di albicocca e pesca, fiori di acacia e di campo. Un vino raro, eccezionale, da gustare soli o, ancor meglio, in compagnia. Una piacevole compagnia.

 

 

 


 

Home | Su | Anno 2012 | Anno 2011 | Anno 2010 | Anno 2009 | Anno 2008 | Anno 2007 | Anno 2006 | Anno 2005 | Anno 2004 | Anno 2003 | Anno 2002 | Anno 2001 | Anno 2000 | Prima del 2000

Ultimo aggiornamento: 14-01-08