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CAMPIGLIA, DIVENTA UN MUSEO IL VECCHIO MULINO RESTAURATO

 

Articolo su "Il Secolo XIX" del 30 Novembre 2007, a cura di Luciano Bonati

E' stato inaugurato domenica scorsa. Sarà centro di accoglienza del parco e sede di una mostra permanente.

Alla presenza del presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, Franco Bonanini, e dell'assessore all'ambiente del Comune della Spezia, Laura Ruocco (in rappresentanza del sindaco, Massimo Federici), domenica è stato inaugurato a Campiglia il restaurato mulino a vento, raro esemplare di una serie, nell'area del Golfo, tramandataci da notizie storiche, da cartografie ed in particolare dai dipinti di Agostino Fossati. Acquistato negli anni scorsi dal Comune della Spezia (ne era proprietaria una famiglia campigliese) e riportato a nuova vita con l'intervento finanziario del Parco, diventerà un centro d'accoglienza del Parco stesso, gestito dall'Associazione Campiglia. Simbolo del paese, ne perpetuerà le tradizioni agricole, richiamerà le caratteristiche del paesaggio terrazzato di Tramonti e, sotto il profilo didattico, sarà prezioso testimone - come rilevato dal presidente dell'Associazione, Marco Cerliani - del ruolo di questa tipica struttura, un tempo, al servizio del mondo contadino. Oltre che punto strategico del Parco delle Cinque Terre sulla frontiera di levante, sarà infatti sede di una mostra permanente di disegni e fotografie documentanti diverse tipologie di mulini a vento in Italia ed in altri Paesi europei, nonché il loro funzionamento e, in certi casi, le metodologie di recupero. Campiglia, al riguardo, ha avuto la fortuna di trovarsi il lavoro già impostato. Il suo mulino a vento, probabilmente risalente al '600 ed in epoca successiva ammodernato, nonché con cambio d'uso a fine '800 (divenuto stalla e fienile), era stato oggetto della tesi di laurea degli architetti spezzini Francesco Musetti e Francesco Moscatelli, quest'ultimo con radici a Codeglia, terra di mulini ad acqua. «Cresce l'immagine di Campiglia e ne siamo felici, tuttavia l'aria di festa - osservano alcuni pensionati  - non deve distogliere l'attenzione dei paesani da problemi concreti con cui si scontrano tutti i giorni». I principali sono rappresentati dalla mancanza di un'adeguata fognatura e dall'assenza di un collegamento della carrozzabile comunale col centro storico. Una promessa bretella che dal campetto sportivo possa raggiungere la periferia della borgata, lato Coregna, dove sorge l'edificio delle scuole elementari. Ciò per evitare ai residenti, in particolare agli anziani, di continuare a svolgere il ruolo del mulo per trasportare quanto serve alla famiglia e soprattutto il materiale occorrente alla manutenzione delle vecchie case.

 

NUOVO  SENTIERO  A  TRAMONTI  GRAN  FESTA  PER  LA  RIAPERTURA

Articolo su "Il Secolo XIX" del 23 Ottobre 2007, di Luciano Bonati.

Centinaia di escursionisti hanno partecipato all'atteso avvenimento

La via maestra di Tramonti (sentiero Cai 4b dalle terre di Riomaggiore a Campiglia), dopo sette anni d'interruzione nel tratto da Fossola a Monesteroli è tornata a splendere come ai tempi in cui era quotidianamente percorsa dai contadini di Biassa, che avevano trasformato quei ripidi versanti in un ininterrotto giardino di viti. Una festa di popolo ha salutato, domenica mattina, l'inaugurazione dello spettacolare percorso, che per tutto il suo sviluppo nella parte ripristinata, cioè tra Fossola e il vertiginoso pendio della Costigliola, sopra la spiaggia del Nacchè, ha offerto la suggestiva scena di una multicolore colonna d'escursionisti in marcia. In tanti sono arrivati dalla città, da Biassa, da Campiglia e dalle Cinque Terre a salutare la ritrovata via. In testa al corteo procedevano il sindaco della Spezia, Massimo Federici, e il suo precedessore Giorgio Pagano, mentre la delegazione del Parco nazionale delle Cinque Terre guidata da Luca Natale comprendeva un personaggio non comune, Edgard Hereveri, presidente della Camera del turismo dell'isola di Pasqua, ospite delle Cinque Terre. Era affascinato dal paesaggio e non poco incuriosito da misteriose pietre che in precedenza erano state osservate, quali il menhir di Tramonti e la copia del Lapis terminalis, che gli ricordavano gli straordinari Moai lasciati in patria. Su uno spettacolare pianerottolo sopra la conca del Nacchè, dove le maestranze della ditta Extrem e della Cooperativa Tramontur (imprese appaltatrici dei lavori) hanno allestito area attrezzata con tavolo e panchine, Parco e Comune della Spezia hanno offerto un rinfresco. Luciano Cidale da Biassa, che prima d'impegnarsi con la Tramontur a ricostruire muri a secco e gradini sul 4b aveva ripristinato, assieme al compaesano Medardo Lombardo, l'imponente Scalinata Grande di Monesteroli, ha aggiunto il tocco magico del "rinforzato”, tre bottiglie portate dentro lo zaino. L'evento giustificava un brindisi d'alta qualità. Tuttavia la festa - come hanno spiegato l'assessore comunale Graziano ed i progettisti Massimo Barbolini e Francesco Ferro - non deve distrarci e farci abbassare la guardia, poiché il pericolo frane resta in agguato e lo stesso tratto di sentiero appena inaugurato si trova a rischio. Insomma, alle ragioni di una giusta felicità per il grande risultato raggiunto si deve accompagnare la consapevolezza dei guai che i movimenti franosi possono ancora arrecare all'ambiente circostante. Infatti, gli ottantanovemila euro spesi hanno messo in sicurezza il sentiero soltanto nell'attraversamento della frana di minore dimensione, quella lato Riomaggiore. Per quella di più grave portata s'è potuto procedere soltanto col temporaneo ripristino e consolidamento della sede pedonale e con la temporanea messa in sicurezza del versante soprastante mediante operazioni di disgaggio del materiale a maggior rischio di distacco. Perciò soltanto un ulteriore intervento consentirà la definitiva messa in sicurezza di tutta la zona interessata al movimento di terra. Questo secondo lotto di opere è già tuttavia previsto visto che nella fase progettuale sono state ben individuate e catalogate le gravi situazioni di dissesto idrogeologico. Secondo le stime tecniche verrà a costare almeno 100 mila euro e c'è il dichiarato impegno a reperire le risorse al più presto, per non vanificare il bel lavoro già eseguito.

 

LA  CARTA  DEI  SENTIERI  CHE  PORTANO  IN  PARADISO

Tutte le vecchie vie di uno dei territori più belli del mondo in un volume che costa otto euro.

L'incasso servirà per curare i viottoli.

Articolo su "Il Secolo XIX" del 24 Giugno 2007, a cura di Alberto Albonetti 

Appena uscita, è subito un successo la nuova carta dei sentieri di Tramonti di Campiglia.  La carta, che è stata presentata in una riunione al Camec, è pubblicata a cura dell'associazione Campiglia. Costa 8 euro, i proventi della vendita saranno utilizzati per il ripristino degli stessi sentieri; si può chiedere sul sito www.tramontidicampiglia.it. Vi si trovano illustrati, con abbondanza di particolari, i sentieri “A” (l’antica via provinciale), il “B” e il “C” (Campiglia - Navone), il "D" (la via der Predao), l’ “E” (Campiglia - via Bonassa - Costa di Schiara), l’ “F” (Campiglia – via Bonassa – Nozzano), il “G” (giro del Mulino, l’”H” (Campiglia - Coregna - Fabiano), l’”I” (Lizza - Acquasanta), i noti sentieri del Cai  1, 4b, e 11. Presenta inoltre, dalla parte del Golfo, l`anello, riaperto di recente dai volontari dell'associazione, che collega Campiglia al borgo di Coregna e all'Acquasanta. Numerosi gli interventi. Il sindaco Massimo Federici, lo scrittore Maurizio Maggiani, il professor Mauro Mariotti, i dirigenti dell'associazione  Campiglia Marco Cerliani e Gianfranco Bracco hanno tracciato un ampio quadro della situazione. Campiglia, detta la “settima terra” (in polemica con l'antica denominazione Cinque Terre, che prese in considerazione il territorio subito a nord di Potovenere ignorando Biassa, la sesta  terra, e Campiglia, appunto la settima) è oggi un territorio “cuscinetto” tra li parco regionale di Portovenere e il parco nazionale delle Cinque Terre; la sua esistenza è affidata ad un pugno di persone che con grande impegno hanno saputo ridare vita alle culture dello zafferano e del fico d'india, e si accingono perfino a ricuperare i vigneti dello Sciacchetrà (qui detto "renforsà'). Gli autori della cartina, Nicola Bracco e Luciano Bonati, hanno illustrato i percorsi, richiamando l'attenzione sui collegamenti tra Campiglia, Nozzano, Schiara, il Persico, e sull'antica via provinciale che passa a mezza costa e collegava la Spezia a Genova.

 

 

ENERGIA  RINNOVABILE : CONFERENZA - DIBATTITO   A   CAMPIGLIA

 

                                      

 

“VENTO NEL VENTO :

una stagione nuova per l’energia rinnovabile”

 

Conferenza – dibattito

 

Lunedì 21 maggio 2007, ore 15

 

c/o Piccolo Blu  Piazza della Chiesa   - Campiglia (La Spezia)

 

con la partecipazione di

 

Stefano Sarti (Presidente Legambiente Liguria)

 Lorenzo Partesotti – Esperto in energie rinnovabili

Massimo Federici (Candidato a Sindaco de L’Unione)

Gianluigi Burrafato (Candidato a Sindaco del Polo delle Libertà)

 Edo Ronchi (Senatore della Repubblica)

 

Introduzione di

 

Riccardo Canesi (Vice-Pres. dell’Associazione Piccoli Vignaioli Cinque Terre)

 

Saluto di

 

Giorgio Pagano (Sindaco della Spezia)

Franco Bonanini (Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre)

 

TUTTA LA CITTADINANZA E’ INVITATA

 

Seguirà piccola degustazione dei vini dei nostri associati e dei prodotti di Campiglia e delle Cinque Terre

 

con il Patrocinio del Parco Nazionale delle Cinque Terre  

 

 

Per informazioni : info@vignaiolicinqueterre.it     www.vignaiolicinqueterre

 

PINA  BASSO, LA  NONNINA  AMICA  DEGLI  ESCURSIONISTI

 

Articolo su "Il Secolo XIX" del giorno 8 Aprile 2007, scritto da Luciano Bonati

Ottantatrè anni vissuti con vivacità fra orto e boschi, cinquanta dei quali al balcone che da Campiglia si spalanca sul mare di Tramonti. E’ trascorso infatti mezzo secolo esatto da quando Pina Basso andò sposa a Campiglia lasciando le alture di Cravarone di Vernazza, da dove poteva ammirare un mare speciale quanto quello che s'infrange contro le scogliere del Persico, sotto Campiglia.  Il rapporto mare-monti pertanto non s'interruppe nella sua vita e il distaccò da Cravarone non suscitò rimpianto. Però adesso la Pina prova nostalgia per la solitaria casetta natìa e se potesse vorrebbe tornare. «Perché lì ho le radici e tanti ricordi -  spiega - e perché adesso ho sentito dire che hanno portato l'acqua». Questa donnetta agile e dagli occhietti vispi, apparentemente schiva ed invece desiderosa di conversare e portata a condire il discorso con battute intonate, è conosciuta da ogni escursionista affezionato a Campiglia, anche perché il vico Codemin dove lei abita costituisce un passaggio obbligato per raggiungere l'area di Tramonti. E poiché tutti vedono in lei un personaggio autentico del superstite mondo agricolo non può sottrarsi alle domande di chi vuole sapere su Tramonti e sulle Cinque Terre di ieri, quando i vigneti coprivano ancora intere colline e il mestiere prevalente era quello dei contadino. Le Case Cravarone di Vernazza, da dove proveniva, a 600 metri sul livello dei mare, abitate da due sole famiglie, costituivano una comunità autosufficiente. Si viveva dei prodotti della terra: vino, olio, patate, grano, granoturco e fagioli. Mancava però l'acqua, per trovare la quale occorreva scavalcare il monte. Ecco allora la Pina bimbetta, col secchio in testa, salire al Prato di Sacco (il valico della Cigoletta) e scendere verso Casella sino a trovare la sorgente a più alta quota del torrente Riccò. Più di un'ora di cammino. Niente al confronto delle galoppate solitarie nel bosco, con i libri sottobraccio, per raggiungere la scuola elementare di Corniglia. Un'ora a scendere di corsa, due a risalire. Lo ha fatto per tre anni. Altre fatiche di bambina nella baia di Guvano, dove da Cravarone e da San Bernardino ci si recava per procurarsi il sale, accendendo fuochi per far evaporare l'acqua marina raccolta dentro rudimentali teglie fatte di lamiera.

 

 

APPROVATA  ALLA  SPEZIA  LA MOZIONE  DI  FLAVIO  CAVALLINI

TRAMONTI   PASSA   SOTTO   LA   COMUNITA’   MONTANA

Articolo sul giornale La Nazione del 7 Marzo 2007

Miglior battesimo per il gruppo Socialisti Uniti non vi poteva essere: il Consiglio Comunale, infatti, lunedì ha votato all'unanimità la mozione presentata lo scorso 15 Gennaio da Flavio Cavallini, riconoscendo che la proposta elaborata dall'esponente socialista era giusta, in quanto Tramonti è la naturale prosecuzione delle Cinque Terre, da ogni punto di vista: morfologico, agricolo e culturale. Grazie al voto, tutte le zone comunali che fanno parte del Parco Nazionale delle 5 Terre saranno trasferite, non oltre il 31 Dicembre 2007, dal CIDAF alla Comunità Montana della Riviera Spezzina. Il Consiglio Comunale ha dato tempi stretti alla Giunta, che dovrà attivare tutte le procedure prima della fine del mandato e, quindi, entro la prima settimana di Giugno, ad oggi la data più probabile per le prossime elezioni amministrative. Il Consiglio Comunale, inoltre, a seguito delle dure critiche di Cavallini, ha chiesto alla Giunta di verificare i costi ed i benefici che il Comune ha nell'aderire al CIDAF (Consorzio Intercomunale Deleghe Agricoltura e Foreste). "La scelta di trasferire alla Comunità Montana della Riviera Spezzina tutte le zone comunali che fanno parte del Parco Nazionale delle 5 Terre, completa un percorso iniziato con la lungimirante scelta di aderire al Parco" afferma Cavallini, che così continua "Troppo diverse le problematiche fra l'agricoltura della Val di Magra - preponderante nel CIDAF - e quella della Riviera. Dal 2008, finalmente a Tramonti non avranno più problemi per avere le barbatelle, realizzare le monorotaie od accedere con sollecitudine ai finanziamenti per i muretti". La mozione accoglieva le istanze fatte - senza riscontro - dagli abitanti del luogo e dall' "Associazione Campiglia”

 

 


 

                                                        Comune della Spezia

Gruppo Consiliare Socialisti Uniti– Partito Socialista Europeo 

Comunicato Stampa

Con preghiera di gentile pubblicazione e/o trasmissione  

Tramonti nella Comunità Montana della Riviera.

Le aspettative della popolazione nella mozione presentata da Flavio Cavallini. 

Miglior battesimo per il gruppo Socialisti Uniti non vi poteva essere: il Consiglio Comunale, infatti, lunedì ha votato all’unanimità la mozione presentata lo scorso 15 gennaio da Flavio Cavallini, riconoscendo che la proposta elaborata dall’esponente socialista era giusta, in quanto Tramonti è la naturale prosecuzione delle Cinque Terre, da ogni punto di vista: morfologico, agricolo e culturale. 

Grazie al voto, tutte le zone comunali che fanno parte del Parco Nazionale delle 5 Terre saranno trasferite, non oltre il 31.12.2007, dal CIDAF alla Comunità Montana della Riviera Spezzina. Il Consiglio Comunale ha dato tempi stretti alla Giunta, che dovrà attivare tutte le procedure prima della fine del mandato e, quindi, entro la prima settimana di giugno, ad oggi la data più probabile per le prossime elezioni amministrative.  

Il Consiglio Comunale, inoltre, a seguito delle dure critiche di Cavallini, ha chiesto alla Giunta di verificare i costi ed i benefici che il Comune ha nell’aderire al CIDAF (Consorzio Intercomunale Deleghe Agricoltura e Foreste). 

“La scelta di trasferire alla Comunità Montana della Riviera Spezzina tutte le zone comunali che fanno parte del Parco Nazionale delle 5 Terre, completa un percorso iniziato con la lungimirante scelta di aderire al Parco” afferma Cavallini, che così continua “Troppo diverse le problematiche fra l’agricoltura della Val di Magra - preponderante nel CIDAF - e quella della Riviera. Dal 2008, finalmente, a Tramonti non avranno più problemi per avere le barbatelle, realizzare le monorotaie od accedere con sollecitudine ai finanziamenti per i muretti”.

 

La mozione accoglieva le istanze fatte - senza riscontro - dagli abitanti del luogo e dall’Associazione “Campiglia”.  

Flavio Cavallini 

La Spezia, lì 6 marzo 2007  

Allegata: Mozione

  

 

  

 

Comune della Spezia

Gruppo Consiliare Socialisti Uniti – Partito Socialista Europeo 


MOZIONE 

Alla luce che il Comune della Spezia aderisce al Consorzio Intercomunale Deleghe Agricoltura e Foreste (CIDAF) 

Preso atto che gli abitanti del borgo e l’Associazione “Campiglia” da tempo hanno chiesto al Sindaco ed alla Giunta di inserire l’Area “Tramonti” nella Comunità Montana della Riviera Spezzina 

Verificato che Tramonti è, dal punto di vista morfologico, agricolo e culturale, la naturale prosecuzione delle Cinque Terre, tant’è che è inserita nel Parco Nazionale 

Evidenziata, infine, l’attenzione che la Comunità Montana della Riviera Spezzina ha per la difesa e la valorizzazione del territorio e del patrimonio agricolo-culturale, come testimoniano sia gli interventi realizzati per la regimazione delle acque e sui movimenti franosi, con studi ed interventi, sia la particolare attenzione e velocità per erogare i contributi ai propri amministrati per i muretti, le viti, gli oliveti, ecc.  

Affermato, per quanto sopra esposto, che inserire tutte le zone comunali nel Parco Nazionale delle 5 Terre nella Comunità Montana della Riviera Spezzina sarebbe, oltre che ripristinare un contesto storicamente omogeneo, anche una garanzia, sia per la gestione delle competenze relative alle particolari problematiche legate al dissesto idrogeologico, sia per la valorizzazione del comprensorio 

Affermato che la richiesta di cui al precedente capoverso è possibile realizzarla, vista sia la Legge Regione Liguria n° 20 del 19 aprile 1996, sia tutta la normativa attinente 

Tutto ciò premesso 

Il Consiglio Comunale della Spezia 

Impegna il Sindaco e la Giunta a:

·         verificare costi e benefici legati alla partecipazione al Consorzio Intercomunale Deleghe Agricoltura e Foreste

bullet attivare - prima della fine del mandato - tutte le procedure per trasferire alla Comunità Montana della Riviera Spezzina -
bullet entro e non oltre  il 31.12.2007 - tutte le zone comunali che fanno parte del Parco Nazionale delle 5 Terre.

 

Flavio Cavallini

 

La Spezia, lì 5 marzo 2007

 

 

C'E'   DEL    ROSSO   ALLE   CINQUE   TERRE

Una sfida lanciata per amore dei vigneti "eroici"

       

Articolo sul giornale "Il Tirreno" del 6 Marzo 2007, a firma di Claudio Figaia

Rosso alle Cinque Terre? Perchè no. La nuova sfida nel campo della viticoltura è partita: nel regno dello Sciacchetrà, tra le vigne di albarola, vermentino, bosco (tutte a bacca bianca), abbarbicate sulle colline a picco sul mare ci sarà posto anche per grenache e syrah. Sfida blasfema? No, se si tien conto che la grenache altro non è che Cannonau (o gamay), uva che nei climi mediterranei trova uno dei suoi ambienti d'elezione. A lanciarla (la sfida) tre "innamorati" delle Cinque.

Si chiama Serricò il prodotto dei carraresi Riccardo Canesi, Pier Donati e del vigneron Walter De Battè

Walter De Battè, uno dei pochi "giovani" e idealisti viticultori rimasti alle Cinque Terre, ormai conosciuto a livello internazionale per la qualità dei suoi vini per la sua personale ricerca; Riccardo Canesi, carrarese insegnante di geografia, studioso del territorio con un passato di ambientalista militante (è stato anche deputato dei Verdi); Pierfrancesco Donati, di Marina di Carrara, spedizioniere marittimo, attratto dalla viticoltura "eroica" delle Cinque Terre. Nel 2003, con una certa dose di irresponsabile idealismo, i tre hanno fondato Prima Terra srl. azienda con un piede nella tradizione ed uno nel futuro. Nel cercare di migliorare le performance dei vitigni locali (bosco, albarola, vermentino) i promotori di Prima Terra hanno sperimentato anche la coltivazione di altri vitigni del Mediterraneo (grenache, syrah) che, per caratteristiche ambientali simili, potrebbero adattarsi bene al territorio delle Cinque Terre. Ma Prima Terra ("nomina sunt consequentia rerum"), ha l'ambizione di svolgere, oltre che un'attività imprenditoriale, anche un'opera di valorizzazione culturale delle Cinque Terre e della Lunigiana Storica tanto è vero che la sua attività comprende, dal 2006, anche vigneti che si trovano in Val di Vara, in Val di Magra e sulle colline del Candia a Carrara. Ad oggi Prima Terra coltiva circa 4 ettari di vigneto, collocati prevalentemente nel Comune di Riomaggiore e, in parte, nel Comuni di Vernazza, Brugnato, S. Stefano Magra e Carrara. Il vino viene lavorato in due cantine, a Riomaggiore e a Campiglia. E nel vitigno di Serricò, circa 3.500 metri quadrati a 500 metri sopra Riomaggiore (forse il più alto delle Cinque Terre), c'è appunto la granaccia, vendemmiata a maturazione spinta (il 10 ottobre) da cui nasce il Prima Terra Serricò, rosso elegante con evidenti sentori di erbe della macchia mediterranea. La prima annata di produzione è stata nel 2004; della vendemmia 2005 le prime bottiglie destinate al commercio. Sentori di mirto e di erbe mediterranee, sapore avvolgente e piuttosto elegante con note di frutti di bosco caratterizzano questo buon vino da 13,5 gradi che diversi ristoranti del comprensorio hanno messo in cantina. Accanto al Serricò, Prima Terra propone un altro più tradizionale rosso: il Tonos a base di Sangiovese, Canaiolo e Ciliegiolo da vigneti coltivati a Ponzano Magra. Infine, lo Sciacchetrà De Battè 2003, interpretazione di classe del celebre vino liquoroso delle Cinque Terre, dai profumi intensi e con note di albicocca.

 

PAZZA IDEA: AL  MARE  DI  TRAMONTI  CON  UN  TRENINO

        

 

Articolo di Luciano Secchi su “La Gazzetta della Spezia” del 2 Marzo 2007 

La nostra città si sta attrezzando per assumere il carattere di base logistica di un vasto comprensorio turistico di inestimabile valore paesistico e ambientale e di importante città d'arte. Potrebbe anche aprire una sua "porta" che conduca direttamente nelle Cinque Terre? Forse non tutti sanno che ai Buggi, a poche decine di metri dallo stadio comunale "Alberto Picco", inizia un tunnel lungo 3.600 metri con sbocco a mare nello sperone di Monesteroli, nella zona di Tramonti, che è la parte spezzina del Parco nazionale. I comuni che comprendono il territorio definito patrimonio dell'umanità sono, come è noto, quelli di Monterosso, Vernazza, Riomaggiore e La Spezia: la parte del comune capoluogo ha una superficie di quattro chilometri quadrati e un fronte mare di 3.500 metri ed è situata nel versante mare delle frazioni di Biassa e Campiglia con le località di Fossola, Monesteroli, Schiara e Persico e lo Scoglio Ferale. Gli approdi e gli scali sono quattro e le spiagge sono in gran parte formate da ciottoli e ghiaioni. La galleria Buggi-Monesteroli, interamente scavata nella roccia, ha una sezione circolare con un diametro di tre metri e venti centimetri ed è protetta da un robusto rivestimento in calcestruzzo cementizio. In alcune parti il tunnel è rinforzato con bordatura metallica per contenere cedimenti e infiltrazioni. A metà percorso è stata costruita nella cavità rocciosa una camera speciale con pompe e altre attrezzature. II tunnel, già ideato nel lontano 1930 dalle autorità militari, è stato costruito negli anni '60 dall'impresa spezzina dell'ingegner Nino Ferrari su incarico dell'Azienda municipalizzata gas e acquedotti (Amga). Costruita con lo scopo di smaltire in mare, a una profondità 90 metri, i liquami della città quando le tecniche di depurazione e soprattutto la sensibilità ambientalista erano ancora carenti, a lavori ultimati la galleria è stata abbandonata. Dopo un ultimo sopralluogo per verificare le condizioni di staticità e percorribilità, l'ingresso della galleria è stato chiuso con una barriera di cemento. In seguito l'azienda municipalizzata ha valutato la possibilità di immettere nel proprio acquedotto l'acqua di ottima qualità proveniente dalle falde intercettate dallo scavo, ma anche questa ipotesi è stata scartata perché antieconomica per la scarsa portata della sorgente che ora finisce in mare in discreta quantità a Monesteroli. Si propone oggi, come dicevamo, l'ipotesi di utilizzare la galleria a fini turistici. L’idea sarebbe quella - dopo le necessarie verifiche legislative e ambientali - di far percorrere su una monorotaia un trenino a forma ogivale del tipo di quelli offerti nei Luna Park, denominati trenini dell'amore, per portare i turisti in pochi minuti dalla città direttamente nel Parco delle Cinque Terre. L'idea, certamente affascinante, può apparire, semplice e vincente. Ma non è così, almeno per il momento. Troppo complesso e fragile è il territorio delle Cinque Terre per poter sopportare senza adeguate garanzie un impatto di quel tipo. L'architetto Enrico Ambrosini, che in passato, sul piano professionale e culturale si è occupato del tunnel, ci fa osservare che la realizzazione di quanto sopra comporterebbe grossi problemi in merito alla sicurezza, creazione di nuovi spazi all'uscita della galleria, messa in sicurezza delle spiagge e soprattutto per i rilevanti conseguenti costi economici, compresa la disponibilità di percorsi facilmente utilizzabili per raggiungere le diverse località di Tramonti sino alla palestra nel verde. Qualcosa comunque a Tramonti già oggi si sta realizzando. Su proposta dell'assessore Massimo Federici lo scorso anno è stato istituito l'ufficio comunale 'Progetto Tramonti" con compiti di progettazione, raccordo e coordinamento tra Comune, Enti e istituzioni, compreso ovviamente il Parco nazionale delle Cinque Terre, privati e associazioni per ricercare e ottimizzare le risorse, promuovere iniziative volte alla salvaguardia, sviluppo e valorizzazione del territorio. "Ci occupiamo di una vasta gamma di problemi - ci ha detto il coordinatore del Servizio Paolo Lombardo - che vanno dalla copertura telefonica ai danni da cinghiale, dal mantenimento della sentieristica all'agricoltura, dal rifacimento dei muretti a secco alla realizzazione di nuove monorotaie. Lavoriamo con il dipartimento Polis dell'Università di Genova per la realizzazione di un progetto di riqualificazione e di sviluppo sostenibile del nostro territorio".

Una volta si diceva: se sono rose...

 

NELL’EX SCUOLA RISTRUTTURATA LA “CASA” DELLO ZAFFERANO

Intesa Comune – Parco – Associazione Campiglia per il riutilizzo dei locali 

Articolo su “Il Secolo XIX” del 21 febbraio 2007, a cura di Luciano Bonati 

La scuola di Campiglia, da lungo tempo messa in pensione dal calo demografico, s'appresta a diventare laboratorio di prodotti tipici e centro propulsore di iniziative volte alla promozione del territorio. La nuova funzione assegnatale è stata concordata dal Comune della Spezia, proprietario dell’edificio, e dall’Associazione Campiglia, artefice di un recupero ambientale e produttivo già pervenuto a risultati incoraggianti. I lavori di bonifica dell’area dove sorge l’immobile e di recupero dello stesso sono cominciati venti giorni fa. Il primo lotto, finanziato con 50 mila euro, comprende le opere esterne, la manutenzione degli infissi e l’impiantistica. Alla sistemazione dei locali interni sarà invece fatto fronte con stanziamenti_regionali relativi ad un progetto Borghi agro-marini che sancisce un'alleanza tra le Terre dell’Antica Podesteria di Carpena (Hotel Paese della Codeglia) l’Associazione Campiglia e quella Amici della Palmaria. Come si vede, un fronte che si distende dalla bassa Valle del Vara alle isole attraverso una pregiata porzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre e che pone in relazione tre Comuni: La Spezia, Portovenere e Riccò del Golfo. Al ruolo che Campiglia s’appresta a svolgere, sostengono i dirigenti dell’Associazione, una base logistica è indispensabile e l’ex scuola ne rappresenta i requisiti. Rimasta inutilizzata, il Comune l'aveva inserita, come altre nelle medesime condizioni, fra i beni da alienare al fine di recuperare risorse, però tali disegni non sono stati condivisi dalle comunità locali, che rivendicavano il mantenimento dell'utilizzo pubblico. In questa direzione ha remato la prima Circoscrizione, il cui contributo è stato sicuramente determinante nella decisione finale: la scuola di Biassa ospita l'Ostello Tramonti, quella di Fabiano Alto accoglie associazioni socio culturali, quella di Campiglia viene ora ad allungare la lista dei patrimoni pubblici mantenuti tal. Il progetto di riutilizzo prevede la trasformazione delle sale a piano terra in laboratori per la lavorazione di prodotti tipici locali, quali lo zafferano ed i fichi d'India. Al primo piano troveranno posto le aule per i corsi mirati ala conoscenza del territorio, rivitalizzando la rete sentieristica e la cultura materiale. Al riguardo, la lavorazione della pietra arenaria avrà eco attraverso speciali corsi di scultura. Al secondo piano dell'edificio, infine, saranno sistemati una ventina di posti letto per i corsisti e per i docenti. Nei possibili vuoti fra un ciclo di lezioni e l'altro potrebbero trovare posto gruppi organizzati secondo quel concetto di "turismo di qualità" che rientra nei principali obiettivi dell’Associazione Campiglia.

 

 

 

A   CAMPIGLIA    PER   LA   VIA   VERDE 

 

                           

 

Articolo dal giornale “Il Secolo XIX” del 17 Febbraio 2007, a cura di Alberto Albonetti 

 

Campiglia e Tramonti: un magico binomio. Di solito Campiglia viene raggiunta a piedi dalla parte della Palestra nel Verde, passando nel bosco con il sentiero n. 1 del Cai, indicato da vistosi cartelli. Vi suggeriamo invece il 4b, che corre lungo il mare. Alla Palestra nel Verde prendete la comoda strada carrozzabile riservata ai residenti, scendete oltre il Menhir, entrate nella scalinata che porta alla fontana di Nozzano, dove troverete un primo tratto del vostro sentiero; ma forse è più semplice proseguire semplicemente per la strada. Poco prima di arrivare a Schiara, dove la strada incontra una monorotaia, una anonima scaletta vi riporta sul 4b. Scoprirete subito che questo tratto, che vi guiderà direttamente a Campiglia, è molto piacevole: è ombroso, pianeggiante e panoramico. Sotto di voi schiere di pini, laggiù il mare, la visione di Schiara, con l’oratorio di S.Antonio e lo scoglio Ferale; dall'altra parte la Palmaria, il Tino e il Tinetto. Si arriva davanti a una grande e levigata parete di roccia, rivale di quella del Muzzerone. Una piccola salita, e siamo a Campiglia; entriamo dal vicolo Codemin. Il paese ha panorami per tutti: a est le Alpi Apuane, a ovest le lontane Alpi Marittime, a sud i profili della Capraia e della Gorgona; e scusate se è  poco. Qualche novità c’è: purtroppo il cantiere del mulino a vento è rimasto fermo, per controversie sul restauro; ma la nuova oasi "Piccolo Blu" viene in aiuto alla ricettività turistica. Gli abitanti suggeriscono di scendere nel Golfo dalla scalinata dell'Acquasanta, sul nuovo anello turistico che include Coregna, costruito dall'Associazione Campiglia. La nostra giornata però è dedicata al territorio sul mare esterno; e allora scendiamo da quella invitante scalinata che porta il nome di Via Tramonti, passiamo davanti al ristorante "La Lampara" e andiamo piacevolmente verso il Chioso, Navone e Persico. Ci attende una comoda camminata. Si susseguono prati, cantine, case di pietra restaurate, uliveti, coltivazioni di zafferano e di fichi d'India che in questi ultimi anni hanno osato sostituire i vigneti: un "sacrilegio" dettato dalla necessità. Sempre più giù, fino alle belle spiagge di Navone e del Persico. Di questo felice angolo di mondo, Campiglia è l'incontrastata regina.

 

                             

 

 

 

Mozione in consiglio  

Cavallini: “CAMPIGLIA VA INSERITA NELLA COMUNITA’  DELLA RIVIERA” 

 

«CAMPIGLIA deve far parte della Comunità montana della Riviera perché è la naturale prosecuzione delle Cinque Terre, da ogni punto di vista: morfologico, agricolo e culturale». Lo sostiene il capogruppo dei socialisti Flavio Cavallini nella mozione che ha presentato in consiglio comunale. Cavallini riprende le istanze che da tempo fanno, senza successo, gli abitanti del borgo collinare e l' Associazione Campiglia. «L'appartenenza di Campiglia al Parco nazionale delle Cinque Terre convalida la proposta, dice l'esponente socialista, che elogia la Comunità montana della Riviera spezzina perché difende il territorio, valorizza il patrimonio agricolo-culturale, è attenta ai propri amministrati e, in tempi certi e rapidi, eroga i contributi per i muretti, le viti, gli oliveti».Il capogruppo dei socialisti critica duramente il Cidaf che attualmente è il punto di riferimento di tutta l'agricoltura cittadina, chiedendo al sindaco di verificare costi e benefici, pur sapendo che il Consorzio può sopravvivere solo se continua a farne parte il maggiore finanziatore che è il Comune della Spezia. Cavallini nella mozione chiede che il sindaco verifichi costi e benefici legati alla partecipazione al Cidaf.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 14-01-08