Chiesa di Campiglia

10-06-12

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Santa Caterina

Santa Caterina di Alessandria è la Santa patrona di Campiglia, a Lei è dedicata la Chiesa nella piazza del paese, che come menzionato nelle note storiche, il primo riferimento della Chiesa di Campiglia dedicata alla memoria della Santa, risale al 1326. Questa è la Caterina inafferrabile, senza notizie sicure della vita e della morte. Ed è la Caterina onnipresente in Europa, per la diffusione del suo culto, che ha poi influito anche sulla letteratura popolare e sul folclore. Parlano di lei alcuni testi redatti tra il VI e il X secolo, cioè tardivi rispetto all’anno 305, indicato come quello della sua morte. Ed ecco come emerge la sua figura da questi racconti pieni di particolari fantasiosi. Caterina è una bella diciottenne, figlia di nobili e vive ad Alessandria d’Egitto. La fanciulla aveva studiato presso le scuole pagane dell'epoca, filosofia, retorica, poesia, musica, fisica, matematica, astronomia, medicina. La sua bellezza, la sua cultura straordinaria per l'epoca, la sua origine aristocratica e la sua etica non le impedirono di farsi cristiana e di farsi battezzare.
Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria (che si proclamerà “Augusto”, cioè imperatore, nel 307, morendo suicida nel 313). Per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora perseguitati. Caterina si presenta a Massimino, invitandolo a riconoscere invece Gesù Cristo come redentore dell’umanità, e rifiutando il sacrificio.
Massimino allora convoca un gruppo di intellettuali alessandrini, perché la convincano a venerare gli dèi. L'imperatore per allontanarla dal cristianesimo diede ordine a cinquanta sapienti di discutere con lei e di confutare le argomentazioni cristiane di Caterina. Il loro tentativo cadde nel vuoto, anzi al contrario, i sapienti come gli altri dello stesso ambiente vicino all'imperatore, credettero in Cristo, come pure si convertì la moglie stessa dell'imperatore.  Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere tutti, poi richiama Caterina e le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti,  l'imperatore vide che le parole non bastavano e che questi tentativi erano risultati vani, ricorse al martirio e ordinò di costruire delle ruote su cui erano conficcati chiodi e punte di coltelli. Ma nonostante questo orribile martirio la Santa resistè, non cedette. Un nuovo miracolo salva la giovane, che poi viene decapitata: ma gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo avviene il 24-25 novembre 305. In occidente la personalità, il martirio ed il rapporto della Santa con il Sinai cominciarono a diffondersi quando Simeone il Pentaglotta trasportò alcune reliquie della Santa a Rouen ed a Treves, in Francia. La fama della Santa si diffuse rapidamente in tutta l'Europa ed il Sinai divenne conosciutissimo come Monastero di Santa Caterina. Contemporaneamente ingenti aiuti economici cominciarono ad affluire al Sinai e donazioni in immobili e possedimenti vennero offerti dai Paesi europei. "Nessuna Santa fu tanto amata in Occidente quanto Santa Caterina". Grandi maestri della pittura come il Beato Angelico, il Correggio, Rubens, Tiziano, Murillo, immortalarono scene eroiche o tragiche delle lotte per la fede e del martirio della Santa. Ma anche in Oriente si diffuse il culto e l'iconografia di Santa Caterina. E' raffigurata con stemma e veste regale, circondata dagli oggetti dei suoi studi, come penna, globo, libri e dallo strumento del martirio, la ruota. La Santa è venerata in tutto il mondo cristiano e la Chiesa romana la commemora il 25 Novembre. Proclamata patrona dell'Università di Parigi, è protettrice degli studenti e delle sartine che ogni anno le dedicano la famosa "festa delle Caterinette". Pur essendo Santa Caterina di Alessandria, la patrona di Campiglia, i festeggiamenti cadono nella prima domenica di Agosto, in concomitanza con la più recente festa del mare a La Spezia e l'ormai tradizionale Palio del Golfo: per quale ragione questo spostamento di data ?  Questa la spiegazione: 27 Maggio 1869- E' ricordata una festa in onore di S. Caterina fatta nell'Agosto del 1868: Ci si domanda se la consuetudine di questa festa estiva in onore di Santa Caterina sia iniziata prima del 1868; non siamo in possesso di dati per rispondere affermativamente. Comunque anche se la prassi di questa festa fosse anteriore all'anno 1868, non dovremmo allontanarci troppo da questa data. Sembra che l'iniziativa di questa festa che come detto, annualmente si celebra nella prima Domenica di Agosto, con grandi festeggiamenti e solennità, sia da attribuirsi a Canese Michele, il quale sarebbe stato spinto a ciò dalla constatazione che una festa in onore della Santa, nella stagione estiva avrebbe richiamato più numerosi i forestieri, che non la festa annuale del 25 Novembre. Infatti la festa di Agosto è ancora identificata come la "S. Cataìna der Micheo".

Antica storia della Chiesa di Santa Caterina


 

Entrando nella chiesa di Campiglia, intitolata a S. Caterina V.M, ed osservando attentamente il suo interno, si possono notare alcune iscrizioni e lapidi in marmo che riportano indietro nel tempo: 1540 - Questa data si trova scritta nel lato inferiore della cornice di marmo attorno alla nicchia di S. Caterina dell'altar maggiore, sotto la dicitura: (testuale)

"QUESTA O:A (opera) E' FATA DI ELEMOSINE


1540 E' ovvio ritenere quindi che quella cornice sia stata eseguita in quell'anno.
1544- In questo anno dovrebbe essere stato eseguito il rilievo di S. Caterina, essendo questa data incisa sulla base del rilievo  rilievo detto prima.
1640- Alla sommità dell'altare maggiore, è incisa sul marmo questa iscrizione:

D. O. M.
SUB TUUM
PRESIDIUM
BEATA
CHATERINA
A.D.M.-DCXXXX

Forse nel 1640 è stata eseguita la parte posteriore dell'altar maggiore, bellissima con le due colonne di portoro, i capitelli marmorei e le altre parti sempre in marmo sovrastanti il quadro (forse dello stesso periodo, e, attribuito al Carpenino) riproducente l'Annunciazione e S. Caterina attorniata da S. Giovanni Battista e da S. Martino, con la cornice pure in pregevole marmo. Alla base di una colonna (quella in cornu Epistolae) si legge:

"MASARO IL CAPRAL VENERIO
CH° FRAN" STURLESI "

1647- Trovandosi questa data incisa sull'architrave della porta principale, si ritiene che in quest'epoca la chiesa sia stata ingrandita come trovasi attualmente, senza però le arcate, costruite in epoca posteriore.

 

La Chiesa di Campiglia

 

Nell'anno 1723, ebbe inizio una prima parziale indipendenza della chiesa di S. Caterina in Campiglia, dalla Parrocchia di S. Martino di Biassa. In quello stesso anno, il 6 Febbraio, in Sarzana presso lo studio del Rev.mo Sig. Gian Ivan Paganini, Vicario Generale, essendo notaio cancelliere della Corte Vescovile Gian Matteo Vassallo, alla presenza di don Claudio (il cognome è illeggibile), prevosto di Marola e Don Benvenuto T, testimoni, tra gli uomini di Biassa e di Campiglia veniva stipulato un accordo che si conserva ancora quasi completo presso l'Archivio parrocchiale di Campiglia, sebbene non facilmente leggibile, e chiamato anche in documenti contemporanei "transazione", "dismembrazione", col quale venivano determinati i compiti del Cappellano di S. Caterina di Campiglia  e del Rettore di San Martino di Biassa. Con questo accordo veniva concessa una certa autonomia alla Chiesa di Campiglia, sebbene rimanesse succursale di Biassa, il Cappellano di Campiglia, conforme a questo accordo, doveva portarsi a Biassa  ogni anno nella solennità del primo giorno di Pentecoste, del Corpus Domini, e di S. Mertino e per ciascuna di queste feste doveva portare lire due di Genova da ricavarsi dall'opera di S. Caterina. Nel caso che il Cappellano di Campiglia fosse impedito di andare a Biassa, doveva ugualmente mandare l'annua ricognizione, ossia la somma pattuita.
La primitiva cappella di S. Caterina, come già scritto, fu costruita nel 1300; intorno al XVI secolo, forse per iniziativa dei marchesi di Carpena,  ingrandita nelle proporzioni attuali. Nell'anno 1838, Campiglia venne resa, definitivamente, parrocchia autonoma ed indipendente con assegnazione di territorio proprio e di precisi confini.
Fu soltanto ordinato che in "festis Nativitatis Domini" (Natale), questa Chiesa o Fabbriceria portasse una candela di una libbra alla chiesa matrice di Biassa. Il 27 Giugno 1839 vi fu l'installazione della prima Fabbriceria  parrocchiale.
Don Gio Batta Sturlese, nativo di Campiglia, iscritto alla confraternita di S. Croce in Biassa, fu cappellano presso la chiesa del suo paese natio e quindi primo Parroco - Rettore.
Diresse in modo esemplare la parrocchia di Campiglia, che come si è visto divenne autonoma in quell'anno.
Il 3 Settembre del 1857 all'età di 80 anni morì e fu tumulato nel deposito dei Parroci nella Chiesa Parrocchiale, luogo indicato da una piccola lapide al centro del presbiterio.
Un'altra lapide, addossata alla parete in "cornu Epistolae" tramanda ai posteri il ricordo delle sue elette virtù.
Essa suona così:

CHIARO PER  SENNO
CARO  PER   INDOLE
CON   TUTTI

CORTESE  BENEFICO
IL  SACERDOTE
GIO  BATTA   STURLESE
PRIMO  E  ZELANTE  RETTORE
DELLA RECENTE  PARROCCHIA

DI   CAMPIGLIA

MORTO IN GRAVE  ETA'
IL  DI   3 SETTEMBRE 1857

NON FU  PIANTO
DA CHI  NON  LO  CONOBBE
 


Le zone di Tramonti di Campiglia e di Biassa, sono così raggruppate sotto la protezione dei loro Santi.


Persico e Navone:

S. Caterina V. M. con la sua Chiesa di Campiglia, già frazione della Parrocchia di Biassa, (25 Novembre, ricorrenza  ufficiale, festeggiamenti spostati durante la prima domenica di Agosto).


Schiara e Monesteroli:

S. Antonio da Padova con il suo Oratorio pubblico in Schiara (13 Giugno).

 

 

PARROCCHIA   DI   SANTA   CATERINA

 Questo è l'elenco dei  Parroci che si sono succeduti alla guida della Chiesa di Campiglia.
 

1733-    Don Pietro Maria Rollandi  (Vernazza).  Egli risulta essere  il primo Curato.

1736-   22 Febbraio. Presa di possesso di Agostino Conti di Biassa, tramite il Vicario  Foraneo  di  Marola.
1748 -  Cappellano Marco Duce di Pignone.
1749 -  Cappellano Francesco Duce di Pignone.
1755 -  Cappellano Domenico Mariotti di Biassa.
1782 -  Cappellano Ventura Simonini di Follo.
1783 -  Cappellano Antonio Rossi di Biassa.
1789 -  Cappellano Domenico Pasqualini.
1801 -  Cappellano Francesco Antonio Elendi di Vezzano Superiore.
1802 -  Cappellano Pietro Antonio Canale del Fezzano.
1803 -  Cappellano GioBatta Sturlese di Gaspare, nativo di Campiglia.
1804-1857 -  Parroco D. Giovanni B. Sturlese
1857-1886 -  Parroco D. GioBatta Sturlese.
1887-1888 -  Parroco D.  Giovanni B. Carro.
1889-1894 -  Parroco D. Domenico Gasparini.
1895-1896 -  Parroco D. Vittorio Ambrosi.
1896-1902 -  Parroco D. Giovanni B. Carro.
1902-1927 -  Parroco D. Vittorio D'Aste.
1927-1935 -  Parroco D. Francesco Trofello.
1935-1936 -  Parroco D. Ivaldo Zolesi.
1936-1942 -  Parroco D. Matteo Bonanni
1942-1943 -  Parroco D. Nello Castiglione
1943-1945 -  Parroco D. Renato Orlandini
1945-1959 -  Parroco D. Arno Fazioli.
1959-1966 -  Parroco D. Giorgio Petrini.
1966            Parroco D. Alfonso Ricciardi - Economo Spirituale.
1966-1973 -  Parroco D. Mario Ivani.
1973-1979 -  Parroco D. Bruno Chiappucci.
1979-2001 -  Parroco D. Gilfredo Marengo
2001-2002 - 

2001-2002 -  Parroco D. Giorgio Petrini  (Sepolto nel cimitero locale)

2002-2006 -  Parroco D. Giuliano Canossa

2006-          Parroco D. Marco Cosini

 

 

Interno della Chiesa e Piazza, ai giorni nostri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 02-04-06