Scorci di vita paesana

10-06-12

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Scorci di vita Paesana

 

Siamo nel 1961, a Campiglia, la corriera solo da pochi mesi arriva e riparte direttamente dalla piazza del paese. I Campigliesi finalmente non devono più fare quella "scarpinata" per recarsi a piedi al "giro del Gherin", cosa che normalmente fanno dal 1957, anno in cui finalmente il paese può dirsi "quasi" servito da regolare mezzo pubblico, da e per, La Spezia.
I paesani: lavoratori, studenti, contadini, tutti, per anni, si può dire da secoli, per raggiungere laggiù in basso, la civiltà più evoluta, obbligatoriamente, fino a quella data, avevano dovuto loro malgrado diventare dei gran camminatori (invero non si può di certo dire che fossero mai stati dei sedentari…) dato che il transito per la carrozzabile, esistente dal 1915, era consentito solo a mezzi muniti di autorizzazione dei militari, in quanto la strada suddetta era gravata da servitù militare: scopo principale della strada era quello di raggiungere la batteria di "Costa Rossa" o "Cascino" , che si trova a quota più bassa del paese. Le corse da e per Campiglia con capolinea alla Spezia, erano cinque, distribuite nell’arco della giornata. Il buon "Capea" al secolo Carlo Sturlese, sul giornalino di Campiglia, periodico prodotto localmente e distribuito ai paesani, così a quel tempo, scriveva:

Sono le 6,50.

"Un attimo, un attimo per favore, sta arrivando lui".

Così generalmente, viene accolto l’ultimo arrivato alla corriera.

Lui sale in fretta, e la corriera parte, tra le risatine ironiche di alcuni e brontolii di altri preoccupati per il ritardo.

Qui, nella prima corriera, si ritrovano tutti i mattinieri: c’è, come al solito, chi ha voglia di scherzare, chi (forse per darsi un contegno) vuol mantenersi serio a tutti i costi, e chi …vuol convincersi di non essere più a letto; a tal scopo si da un gran daffare ad aprire finestrini e mettendovi fuori la testa respira, a grandi boccate, aria fresca.
L’apertura mattiniera dei finestrini provoca naturalmente negli altri passeggeri (che sono ben certi di essere svegli) un grande disappunto, e suscita una ridda di commenti non piacevoli.

Così tra uno scherzo, un discorso serio, un dispetto, la "corrierina" arriva in città e i nostri simpatici amici si dirigono tutti verso il proprio lavoro.

Sono le 8.

L’ultimo arrivato della corriera delle 8 viene accolto in modo analogo a quello delle 6,50. In questa seconda corsa, ci si ritrova la gente pacifica, più o meno intellettuale che un paese come Campiglia può offrire.

I discorsi, sempre d’attualità, sono: lo spettacolo televisivo della serata precedente, dell’ultimo successo cinematografico visto, quando non si parla però "de fasse da netesae" .

Naturalmente da questa conversazione si astengono gli studenti i quali cercano ostinatamente e tutte le mattine di imporci (forse per impressionarci) lezioni di stenografia, e ne parlano come se l’avessero inventata loro.

Quando vien la sera….

Molti operai stanchi attendono la corriera. Già, perché la corriera delle 17,50 è riservata a quel tipo di operai i quali si sentono in dovere di raccontare quello che…hanno fatto, complimentandosi a vicenda.

Mentre quella delle 19,10 è riservata di diritto a operai da straordinario… e ad altri che vogliono a tutti i costi provare quale effetto faccia il fumo delle loro "Nazionali": mentre si è su quattro ruote, malgrado gli sforzi dei bigliettai che cercano di impedire che ciò avvenga.

 

 

Avveniva a CAMPIGLIA....

Dal giornale L'AVVENIRE, stampato a La Spezia, si legge il 23 Novembre 1879

Cronaca

Essendosi in questi giorni in Campiglia verificatesi alcuni casi, seguiti da morte, di avvelenamento per funghi (così detti funghi di pino), l'ufficio di polizia municipale ha immediatamente adottate delle severissime misure per scongiurare altre simili disgrazie, e già ha fatto sequestrare parecchie ceste di quel pessimo vegetale. Ed io, a mia volta, raccomando ai miei lettori che hanno a caro la propria salute, di astenersi dal comprare e dal mangiare di quel genere di funghi.

 

FENOMENI ATMOSFERICI A CAMPIGLIA

Nel Settembre del 1958 da Campiglia si poteva osservare un fenomeno che non è infrequente nello specchio di mare visibile dal paese, e cioè una TROMBA MARINA.

Una tromba marina  è un fenomeno tornadico assimilabile alla tromba d'aria, che si sviluppa o si muove sulla superficie dell'acqua (un mare, una laguna o un lago). Il fenomeno si genera in presenza di una cella temporalesca e presenta in genere una minore intensità rispetto a quello terrestre per la maggiore instabilità della base, dovuta alla presenza dell'acqua. Esso ha in genere termine all'esaurirsi della cella stessa o nel momento in cui la tromba incontra un fronte di pioggia. Come i tornado, le trombe marine possono provocare danni, ma in genere l'entità è minore.

Le immagini che seguono sono state scattate dalla Piazza del paese di Campiglia, dal campigliese Romano Giacchè (Anno 1958)

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 16-11-09